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Archive for 2 marzo 2006

Ieri il Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana ha parlato davanti al congresso americano. Non vi nascondo che avevo paura. Avevo paura che dicesse qualcosa di inopportuno, che tirasse in ballo questioni interne in un contesto inopportuno. E invece è stato perfetto, ha detto tutto quello che potevo sognare dicesse, ha trasmesso l’ammirazione per quello che gli Stati Uniti rappresentano, per quello che hanno fatto e che fanno, ha descritto bene il suo concetto di Europa, le sfide del futuro. E’ stato proprio bravo. Forse non avrà detto nulla di nuovo, ma non ha dimenticato nulla di importante. Io sono filo-americano e non me ne vergogno, mi sento più a casa negli USA che in Francia, mi sento più simile ad un americano che ad uno svedese, ma rilegendo il discorso di Berlusconi non posso che condividerlo. In tutti. Oggi sono orgoglioso di lui, non mi era quasi mai successo. Oggi sono ancora più orgoglioso di essere italiano.
Ma… sì c’è sempre un ma. Ma poi leggo le reazioni dei politici italiani e non sono più orgoglioso del mio paese. Il nostro paese è in preda alla perversione da campagna elettorale. Tutti contro tutti. E’ una situazione consueta, non siamo ma i d’accordo su nulla. In media 50% a favore e 50% contro ogni cosa, perchè la politica è un gioco e il contetto di Nazione non esiste. Siamo sempre perennamente in campagna elettorale e ora pure in demenza da par condicio.
Non importa che il rappresentante di TUTTA l’Italia parli davanti al parlamento della più grande nazione democratica, che parli a nome di tutto il suo popolo. Perchè c’è la par condicio, perchè ci sono le elezione. Tutto ridotto ad uno spot elettorale. Tutto ridotto a violazione della par condicio.
Ecco un pò di frase, prese qua e là. Perversioni da campagna elettorale.
Francesco Rutelli: “Quando parla il mio presidente del Consiglio, io mi sento italiano e non faccio polemiche inutili, ma a poche settimane dalle elezioni avrei preferito che Berlusconi non parlasse, al Congresso, da leader di Forza Italia, ma come premier italiano”
Romano Prodi. “Non conosco il discorso che il presidente Berlusconi ha fatto al Congresso degli Stati Uniti, ma se qualcuno dice che è stato un discorso non europeista non mi sorprende perchè lui non lo è, nel caso ha detto solo la verità”.

Franco Giordano (PRC): “Con il suo l’intervento il presidente del Consiglio mostra chiaramente la totale subalternità, se non un vero e proprio servilismo, al modello economico, sociale, e soprattutto alla guerra prodotta dagli Stati Uniti”

Alfonso Pecoraro Scanio: “Il viaggio di Berlusconi negli Usa assomiglia sempre di più ad uno show hollywoodiano, un film propagandistico per raddrizzare una campagna elettorale che non sorride alla Cdl”.

Piero Fassino: «Non credo che il discorso di Berlusconi basti a cancellare la crisi profonda in cui versa l’Italia soprattutto dopo il fallimento di cinque anni di governo che oggi sono resi evidenti dai dati che l’Istat ha fornito sull’andamento dell’economia italiana nel 2005, che è crescita zero. Non basta andare negli Usa e farsi benedire da Bush per rimediare a questi cinque anni nei quali il centrodestra non è stato in grado di onorare il processo di crescita e di sviluppo con cui aveva vinto nel 2001 e che ha largamente deluso in questi cinque anni».
Unità web: Imbarazzante. Forse nessuna parola meglio di questa può definire l’apparizione in diretta tv del premier italiano davanti al Congresso degli Stati Uniti. Imbarazzante non tanto per il claudicante inglese dell’incipit del suo discorso, quanto per il fatto che in venti minuti di discorso non ha detto assolutamente nulla. Salvo ribadire la sua incondizionata e genuflessa ammirazione non tanto per la democrazia americana, ma piuttosto per la politica dell’amministrazione Bush. Non a caso ha ribadito il suo impegno a lottare contro le forze del male, la sua convinzione che la democrazia si esporta anche con le armi. Il tutto condito da patetici siparietti personali, di lui con Putin e Bush a lavorare per la pace nel mondo. O ancora lui che, al G8 di Genova si commuoveva a vedere antichi nemici parlarsi, naturalmente grazie alla sua sapiente e fondamentale regia. Ma, al di là del poco merito del discorso di Berlusconi, l’imbarazzo vero era per il gigantesco spottone che gli ha fornito una delle sue televisioni di famiglia, Canale 5: quaranta minuti di diretta durante i quali l’unica cosa che si è vista e sentita sono stati gli applausi della platea dove non c’erano solo parlamentari Usa ma anche un consistente manipolo di italiani opportunamente selezionati.”
Nell’ordine il democratico Rutelli, dice di non voler far polemica, ma la fa. Prodi come al solito non dice niente e parla per sentito dire. Rinfondazione Comunista comincia a dettare le linee guida della politica estera dell’Unione. Pecoraro Scanio non riesce ad uscire dall’ossessione della par condicio. Fassino non avendo molto da dire sul discorso parla d’altro, giusto per far polemica. L’Unità (ma anche Capezzone) se la prende con l’Inglese stentato fa finta di non vedere i Democratici applaudire e domani probabilmente sosterrà che gli applausi erano registrati, c’erano solo italiana idioti forzitalioti travestiti da americani.
La sensazione è che a parte PRC non avendo molto da dire sui contenuti si invochi la par condicio per invidia, perchè pur non essendo uno spot, è stata un occasione che indubitabilmente mostra come l’Italia in questi ultimi 5 anni abbia avuto una politiche estera coerente, Atlantica e occidentale, abbia migliorato i rapporti con gli Stati Uniti, abbia messo in crisi l’idea di un Europa alla Francese e sia stata alleata serie e affidabile. Ma per una volta forse, invece che parlare d’altro non potevano stare zitti? Non si poteva per una volta dire semplicemente che la nostra Italia è stata apprezzata ed applaudita da tutto il Congresso degli Stati Uniti?
No. Non si poteva. Sono tutte le perversioni della campagna elettorale.
UPDATE: consiglio di leggere sul tema anche Lexi e il sempre ottimo Watergate
UPDATE/2: anche Robinik su B4CdL non scherza. Da leggere.

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