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Archive for febbraio 2008

Questo  e il prossimo fine settimana 1-2 Marzo e 8-9 Marzo in diverse piazze di Milano potrete trovare le uova di pasqua della Fondazione Bernadette. I proventi di questa operazione, svolta in collaborazione anche con l’Oftal di Milano, serviranno per tutte le opere di bene che la fondazione finanzia durante l’anno.

La Fondazione Bernadette è una ONLUS nata con la finalità di aiutare economicamente gli ammalati, specialmente bambini, e di finanziare i loro pellegrinaggi.

Grazie alla generosità incontrata lo scorso anno la Fondazione Bernadette ha permesso, tra l’altro, a più di 250 malati con seri problemi economici di vivere l’esperienza di un pellegrinaggio a Lourdes con l’Oftal.

Se volete passarci a trovare o semplicemente incontrare ecco dove saremo persenti:

Sabato 1 e Domenica 2 Marzo

  • Piazza Cordusio: sabato dalle 15 alle 19 e domenica dalle 10 alle 19;
  • Piazza S. Carlo: abato dalle 15 alle 19 e domenica dalle 10 alle 19;
  • Esselunga di Pioltello: sabato e domenica dalle 9 alle 19;
  • Auchan di Cinisello Balsamo: sabato e domenica dalle 9 alle 19;
  • Nelle seguenti parrocchie di Muggiò in corrispondenza delle S. Messe festive e pre-festive:
    • Santissimi Pietro e Paolo;
    • San Francesco;
    • San Carlo.
  • Nelle seguenti parrocchie di Milano in corrispondenza delle S. Messe festive e pre-festive:
    • Santa Maria delle Grazie;
    • San Marco;
    • Santa Francesca Romana;
    • San Nazato Maggiore;
    • San Francesco di Paola;
    • San Cristoforo;
    • San Ildefonso;
    • Santa Maria Segreta.

Sabato 8 e Domenica 9 Marzo

  • In corrispondenza delle S. Messe festive e pre-festive advanti alle seguenti chiese di Milano:
    • Sacro Cuore di Gesù in Viale Piave;
    • Basilica di Sant’Ambrogio.

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Le elezioni si avvicinano, ma confesso che, per la prima volta da quando ho il diritto di voto, non ho deciso a chi dare la mia preferenza.

Sarà che sto invecchiando, sarà che ho cose più pressanti di cui occuparmi e il bailame politico mi passa sopra come acqua tiepida (nemmeno fresca), ma proprio non lo so.

So per chi non voterò, questo sì. Sicuramente non voterò per la Sinistra Arcobaleno, che ad esempio vuole distruggere ogni tipo di politica di difesa, che è rimasta ai tempi della guerra fredda cui guarda con nostalgia, impiastricciata in ideologie vecchie e sconfitte. Sicuramente eviterò pure La Destra e i cespugli centristi alla ricerca, quasi archeologica, e tutto sommato eccentrica di un concetto di centro ormai perduto. Orfani nostalgici di una mitologica DC.

Rimangono i due principali partiti: Pd e PdL. Le maggiori delusioni vengono proprio da qui. Il Pd, fusione fredda di nomenclature politiche storiche, si è affidato al “ma anchismo” Veltroniano, che prova a includere tutti e tendenzialmente continua ad affermare il proprio programma declinandolo ad ossimori. Idee chiare pochine… davvero pochine. Tante belle parole, pilastri, priorità e punti programmatici, ma sembrano scritti dal signor Lapalisse. “Bisogna combattere la pedofilia” … ma vah! Che grande statista Veltroni. Bisogna ridurre la pressione fiscale” ah, bene ci sei arrivato, ma lo sanno tutti. “2c – Le libertà La regolamentazione pubblica definisce lo spazio in cui tutte le libertà, anche quelle private, sono rese possibili ed effettive”… eh no, questa non l’ho capita se ci mettiamo a regolamentare le libertà (quali?) siamo finiti. Insomma, più che un libro dei sogni un libro delle ovvietà, ma in fondo senza costrutto, senza fondamenta… quasi impalpabili; sembrano un abito buono per tutte le stagioni.

Ma la delusione maggiore è ad oggi il PdL. L’unica cosa buona è l’aver liquidato Casini, ma per il resto… il “nuovo” che è rimasto pressoche immobile da quindici anni, non rinnova nulla. AN e FI si sarebbero uniti, ma non si capisce bene cosa c’ho comporti a livello di idee e di programmi. Il programma è sempre lo stesso, almeno dimostrano coerenza, ma meno incisivo del solito e, in fin dei conti, ovvio. Forse perchè ripetuto e riproposto non sempre uguale, ma mutato quasi a seguire gli umori del “popolo”. Paradossalmente il popolo detta le idee ai leader, ma il “popolo” per definizione ha le idee confuse. Quello che scompare sono pian piano le “persone”, che per altro il popolo costituiscono, ma sono concrete, tangibili. Hanno idee, esigenze e necessità drammaticamente concrete.

In fin dei conti manca una visione, manca una missione. Tutti cercano di seguire i desideri del “popolo”, senza fare una proposta chiara con cui ogni singolo possa confrontarsi.

Noia. L’unica voce fuori dal coro è Ferrara nel suo perseguire con ragione una causa persa in partenza. Ma almeno lui una proposta chiara l’ha fatta. Quasi quasi lo voto.

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In questi ultimi giorni c’è stato un interessante scambio di battute tra Luca Ricolfi e Romano Prodi.

Origine dello scontro questo articolo di Ricolfi, dove lo studioso invitava i contendenti nell’attuale campagna elettorale a evitare di distorcere la realtà in base alla propria convenienza, o meglio a cercare di avere un giudizio condiviso sul recente passato. Nel fare ciò criticava Berlusconi per aver gonfiato la percentuale di realizzazione del suo programma nella scorsa legislatura ed invitava Veltroni ad evitare di decantare la magnifica azione del governo sulla lotta all’evasione e sul risanamento dei conti pubblici.

Le analisi di Ricolfi ed i dati su cui si basano sono ricavate in modo “scientifico” o meglio citando i dati e i metodi utilizzati per analizzarli.

All’invito ha risposto immediatamente sempre su La Stampa l’ex-presidente del Consiglio. La sua è la tipica risposta piccata di chi ha pochi argomenti per controbattere e finisce per mettere la questione sul piano personale.

Si possono criticare i metodi e i dati di base, ma quando la si mette sul piano dei “retropensieri” a mio parere si è alla frutta.

Oggi due risposte di Ricolfi. Una sui toni ed una sui dati.

Nel leggere tutto lo scambio ognuno si può fare la propria idea di dove stia la verità.

Sarebbe bello che tutti togliessimo, a destra come a sinistra, le lenti della faziosità e provassimo ad analizzare il passato per quello che è stato ed i governi per quello che realmente hanno fatto, in bene ed in male.

Altrimenti, si rimarrà al muro contro muro di due realtà entrambe fasulle in cui piace cullarci, pensando che la nostra parte politica sia sempre la migliore e per grazia abbia il dono dell’infallibilità.

Sarebbe un primo passo per cominciare a diventare dal basso della nostra irrilevanza un paese “normale”.

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Oggi sono 150 anni da quando la Vergine apparve a Bernadette. Almeno per chi ci crede, come me e come tanti altri.

Per me Lourdes ha una speciale importanza. Lì ho capito il significato e il valore della mia fede e più prosaicamente lì ho avuto la grazia di conoscere quella che oggi è mia moglie.

Purtroppo (o per fortuna) di questi giorni Lourdes è tornata di moda, quasi solo a causa dell’anniversario delle apparizioni. Tante vaccate sono state scritte e tante sono state dette, ad esempio, a Porta a Porta ora, in diretta, su Rai Uno.

Io penso, sono convinto di credere, di credere in Gesù Cristo, di credere che davvero la di Lui madre sia apparsa in quel paese dimenticato da Dio, ma soprattutto dagli uomini, quel 11 febbraio di 150 anni fa ad una povera (in tutti i sensi) ragazzina di nome Bernadette. Ma molta parte di tutto questo battage quasi fosse pubblicitario mi infastidisce.

Cominciamo a sfatare quelche comune mito sentito in questi giorni:

  • i miracoli riconosciuti dalla Chiesa sono 67, non 66, come qualcuno ha scritto (ma capiamoci quelle riconosciute dalla Chiesa sono un o-piccolo di tutte gli eventi straordinari che lì accadono);
  • le piscine di Lourdes non contengono cloro e non sono nemmeno delle piscine; non serve costume da bagno, sono delle semplici vasche in cui si viene immersi, in segno di umiltà e di affidamento ed in memoria del proprio battesimo;
  • l’acqua di Lourdes non è miracolosa. E’ la fede che fa il miracolo, non il mezzo. Non è vero che si esce asciutti, o meglio è vero, ma assolutamente spiegabile. Provate, a casa vostra, a riempire la vasca da bagno di acqua a 12°-14°, poi velocemente immergetevisi e uscitene. Miracolo: siete praticamente asciutti. Ciò non toglie che sia un esperienza unica, ma giudata dal cuore e dalla fede.

Questo giusto per buttare lì qualcosa. Ora guardando Porta a Porta, ma anche altre tras,issioni altro mi sorge:

  • Messori, sedicente scrittore cattolico, declama Lourdes e la sua importanza citando le 500 tonnellate di cera bruciate l’anno, i 20 binari della stazione e il fatto che Lourdes è il secondo polo alberghiero di Francia. Mi viene da dire… ma chissene frega!
  • Cacciari, sedicente filosofo laico, dice cose sagge e belle, ma con la spocchia sua propria. Poi alla fine si mette a discutere della dimensione sociale di Lourdes e del fatto che quella di Lourdes, appunto sociale, non sarebbe una fede pura. Ma che pensa che sia la fede pura Cacciari un martellarsi puramente sui coglioni? Noi, comuni mortali, non siamo santi e viviamo di segni…. sempre…
  • Tanti ospiti dicono che Lourdes porta la “guarigione del cuore”. Peccato che i gesti parlino meglio delle parole e che ripetere le frasi come un mantra troppo spesso le fa sentire non vere;
  • Le reliquie (la salma) si Santa Bernadette non sono a Lourdes, ma a Nevers.

Le parole più genuine che ho sentito le hanno dette le miracolate. Chi è stato toccato dalla Grazie, pur con semplicità dell’eloquio, è meglio capace di esprimere il Vero ed il Bello che l’ha incontrato.

Poi, basta con citare UNITALSI, CVS, Opera Romana o OFTAL. Non serve fare pubblicità ad associazioni varie, tutte ottime sia chiaro, quello di cui si dovrebbe parlare è altro: è l’esperienza, è un incontro… non importa chi lo abbia permesso se non a livello personale.

Io a Lourdes ci sono andato e ci vado con l’OFTAL, non lo nego, ma quando parlo di Lourdes, di quello che là ho incontrato, di tangibile (mia moglie, tanti amici, l’esempio di come si possa vivere nella sofferenza, la semplicità di rivolgersi a Cristo con il tu dei figli) e intangibile (il mistero, l’inafferabbile, il sentirsi parte di un Amore che si vede solo di riflesso negli occhi di chi ci sta intorno) non parlo dell’OFTAL, parlo del fatto, dell’incontro e dell’esperienza.

Andate a Lourdes, con chi vi pare, con chi conoscete se ne avete desiderio, se siete curiosi… per una qualunque ragione. L’augurio che vi faccio è di intuirne il Mistero… di sperimentarne la Bellezza, qualcosa che va oltre questo mondo, ma che questo mondo rende più interessante, più bello, a tratti affascinante.

Andate perchè Lourdes, i suoi 150 anni, va al di là dell parole, troppe e talvolta a sproposito, che in questi giorni vi bombarderanno.

E perdonate l’eccessiva lunghezza di questo post.

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A leggere notizie come questa mi si gela il sangue. Ma torniamo alla domanda dal titolo.

Da questo post diverse cose sono cambiate, ma lo scenario non è dei migliori nè per la compagnia di bandiera, che appare sempre più a mezz’asta, nè per lo scalo di Malpensa su cui, con la presentazione del nuovo network, si conferma un drastico ridimensionamento.

Sullo sfondo della guerra Alitalia-Malpensa si addensano le nubi della richiesta di risarcimento chiesta da SEA e del ricorso al TAR del Lazio di Air One, che continua a sostenere la possibilità di un rilancio con investimenti della compagnia, ma che non si è ancora ben capito a che gioco stia giocando. Il 20 febbraio il TAR deciderà, intanto la trattativa con Air France va avanti.

Sul merito del ricorso in effetti Air One non ha tutti i torti. La procedura non è stata propriamente trasparente ed al di là di indiscrezioni su l’ammontare economico dell’offerta francese nulla si sa di Piani industriali o di sviluppo. Air One al contrario ha declamato le magnifiche possibilità del proprio piano industriale a tutti i giornali e su tutti i network, ma sorge il dubbio che non l’abbia sottoposto al governo.

La situazione come si dice è fluida, ma alcuni aspetti continuano a lasciarmi perplesso:

  • se, come sembra, l’obiettivo del governo nel vendere Alitalia è quello di preservare l’occupazione (non mi dite che è rendere “grande” e prestigiosa la compagnia perchè non ci crede nessuno) allora ogni condizione va bene e il posto promesso in CdA al Tesoro da Air France rientra tutto nel piano di “controllo” dello Stato. Ora, però, l’acquisto tramite scambio di azioni è un modo per non tirare fuori un soldo per l’acquisto, qualche soldo uscirà per l’aumento di capitale, ma all’orizzonte nessun investimento prima del 2011 (anno del fantomatico pareggio) è previsto. Ricordo che Alitalia vola ancora con onorabilissimi, ma vecchiotti MD-80. In più nulla si sà sugli esuberi. Il rischio è trovarsi una compagnietta con aerei vecchi e un ridimensionamento del personale a cose avvenute con l’aggravante che i sindacati potranno ancora scioperare con Governo (azionista Alitalia) senza però che questo abbia alcun sostanziale potere sulla nuova gestione. Il tutto senza aver preso una lira nella “privatizzazione”. Mah.
  • La moratoria sul Malpensa è una boiata pazzesco. Non si può chiedere ad un’azienda fallita di sostenere una aeroporto per un paio d’anni in modo che chi lo gestisce trovi qualcuno che poi le faccia concorrenza crudele e durissima. Sarebbe da idioti accettare, è da pazzi crederlo. L’unica ragione può essere sul lato occupazione. Ogni possibile sviluppo dell’aeroporto non potrà avvenire che in un paio di stagioni, diciamo per l’estate 2009. Quindi in gioco ci sono posti di lavoro e non si capisce perchè quelli a Milano abbiano meno valore di quelli che si cerca di tutelare a Roma. (da legger sul futuro dello scalo anche il condivisibile focus dell’IBL)
  • Air One continua a giocare, ma senza sporcarsi la maglia. Per vincere in tutte le gare bisogna rischiare, non si può sempre cercare la vittoria a tavolino. L’unico lato positivo di una soluzione Air One (tanti i negativi ma ci arrivano anche i bambini) è che ha ordini per diversi aerei e almeno il rinnovo della flotta potrebbe considerarsi garantito (e non è poco visti gli attuali tempi di consegna per aerei nuovi).

Chissà cosa accadrà, ma spero che in futuro non ci si penta di non aver portato i libri in tribunale come vece Swissair… morta e risorta dalle sue ceneri come Swiss ed ora onoratissima e profittevole signora compagnia aerea.

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One night only

Ieri sera, ore 20.45, cinque blogger si ritrovano in campo neutro per una serata di lavoro.

La missione in un qualche modo “per conto di Dio”, come per i Blues Brother, è di riuscire in una notte più qualche ritaglio di tempo a ringiovanire, rendere godibile e fruibili un sito e un blog.

La sgarrupatissima squadra è composta da:

  • l’esperto di design, il guru dei CSS, che sul suo Mac si mette subuto al lavoro manco stesse lavorando in Matrix;
  • colui che guardai database dall’alto, capace di risolvere ogni problema di configurazione e di sistema nonchè indiscusso team leader;
  • genio e sregolatezza, l’uomo che ha fatta della neurofisiopatologia qualcosa di decisamente più interessante della parola stessa;
  • quello che cerca una “o” da aggiungere al suo blog (non per altro, per completezza!) alla ricerca della perfezione nello stile “glitterato”, che subito si mette a cercare di tradurre in italiano vecchi testi dallo stile obsoleta (al confronto il Manzoni scriveva con stile da adolescente in crisi ormonale);
  • io con consorte che dal basso della nostra trogloutenza informatica a dare nel nostro piccolo con qualche testo nuovo per ricordare un bell’anniversario e per importare parte dei testi del sito esistente.

Il risultato lo si vedrà, si spera, solo l’11 Febbraio prossimo, ma è stato bello lavorare un pò insieme. Non ci saranno effetti speciali, nulla di sensazionale, ma l’obiettivo è di rendere un “casa” abitabile, confortevole e fruibile, quello che ora è solo un contenitore, con diversi contenuti, ma con troppo poco cuore.

Chi accenderà il fuoco?

Update: come mi ricorda il Mapo… il futuro è “glitterato.

Update/2: dalla descrizione della cena potete capire… mmm… il clima

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Alitalia, per ragioni economiche, decide di lasciare Malpensa. Ne ha tutto il diritto e il governatore Formigoni, pur con tutto il diritto di lamentarsi, non ha senso che cerchi di impedirlo. SEA, che gestisce l’aeroporto, ha tutto il diritto, per ragioni economiche e in caso vi fossero dei contratti non rispettati, di chiedere un risarcimento e il (ex)Presidente del Consiglio,  pur con tutto il diritto di lamentarsi, non ha senso che cerchi di impedirlo.

L’abbraccio troppo stretto politica ed economia fa male all’una e all’altra, ma in Italia si fa finta di non capirlo.

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