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Archive for the ‘Malpensa’ Category

Ulteriore tappa in questo reality-show che fa di tutto per scimiottare una fiction di infimo livello. Da qui si sono fatti ulteriori passi avanti, o indietro, a seconda dei punti di vista.

Sia il TAR del Lazio che il Consiglio di Stato hanno respinto il ricorso presentato da Air One che invocava una maggiore trasparenza nella procedura di ammainamento della bandiera ancora presente sulle cose di velivoli di Alitalia.

La trattativa in esclusiva con Air France-KLM è arrivata alla sua conclusione con la presentazione dell’offerta che dopo 15 ore (sì quindici!!!) di CdA di Alitalia è stata accolta. Le notizie positive finiscono qui. Leggendo qui e qui le condizioni dell’offerta vincolante, ma soprattutto le relative condizioni, infatti si ha idea che più che un offerta ci si trovi di fronte ad un ultimatum. Prendere o lasciare. E non potrebbe che essere così.

Primo dato interessante è l’offerta economica. Per le azioni è previsto lo scambio di 160 cartine Alitalia con 1 azione AF-KLM, prendendo il valore attuale delle azioni Air France se ne evince che un’azione Alitalia viene stimata circa 9 cent. Chi ha irriso Air One per avere offerto 1 cent per azione potrà notare come le offerte, alla fine, non siano troppo distanti.

Il titolo Alitalia oggi è crollato in Borsa (e non poteva essere altrimenti), ma sorprende come sia ancora ben superiore alla soglia di 9 cent…. nel momento in cui si scrive ne vale 40 di centesimi… misteri della Borsa.

Ma vediamo le condizioni poste dai francesi (perdonate semplificazioni e banalizzazioni, ma il burocratese mi è allergico):

  • accordo con i sindacati: o così o fatti vostri, fallite e non rompete….
  • prestito ponte da parte del Tesoro per 300 Mln di Euro: cominciate a metterci dei soldi voi e a fare in modo che non fallisca prima dellla fine dell’acquisto. Se avrete problemi con l’Unione Europea per aiuti di stato… beh fatti vostri. Il problema Alitalia è vostro non nostro.
  • Fiumicino: o lo fate funzionare a dovere senza ritardi bagagli tipo estate scorsa… o non la prendiamo. Anche questo è problema vostro e non aspettativi che noi mettiamo un solo cent per risolverlo;
  • Causa SEA: fate in modo di rendere innocua la causa… o convinvete SEA a desistere o per decreto fate in modo che noi siamo immuni da rischi;
  • Diritti di traffico: Alitalia deve mantenere il più possibile una posizione dominante. Noi dobbiamo guadagnare e non esiste che vi sia concorrenza… dateci campo libero.

Sintesi: AF non ha voglia di rischiare nulla, investirà poco e fa un investimento. Del sistema trasporti italiano non gliene importa nulla, dei consumatori italiani men che meno. O il Governo elimina i rischi o ALitalia fallirà e pace all’anima sua.

Tutto ciò se visto in ottica Air France è condivisibile. Il problema ora è tutto italiano. Pace per l’italianità, ma vale la pena cedere su tutta la linea, appoggiare in tutti i modi possibili una compagnia straniera, permettere di dominare in futuro alla faccia della concorrenza e del sistema paese con l’unica contro partita di evitare il fallimento e salvare così i posti di lavoro dei dipendenti Alitalia?

Alitalia in ogni caso è verso la fine dei suoi giorni ed in ogni caso l’Italia rimarrà senza Ali, ma tra le due strade (fallimento o Air France) non credo che la prima sia ad oggi la peggiore.

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A leggere notizie come questa mi si gela il sangue. Ma torniamo alla domanda dal titolo.

Da questo post diverse cose sono cambiate, ma lo scenario non è dei migliori nè per la compagnia di bandiera, che appare sempre più a mezz’asta, nè per lo scalo di Malpensa su cui, con la presentazione del nuovo network, si conferma un drastico ridimensionamento.

Sullo sfondo della guerra Alitalia-Malpensa si addensano le nubi della richiesta di risarcimento chiesta da SEA e del ricorso al TAR del Lazio di Air One, che continua a sostenere la possibilità di un rilancio con investimenti della compagnia, ma che non si è ancora ben capito a che gioco stia giocando. Il 20 febbraio il TAR deciderà, intanto la trattativa con Air France va avanti.

Sul merito del ricorso in effetti Air One non ha tutti i torti. La procedura non è stata propriamente trasparente ed al di là di indiscrezioni su l’ammontare economico dell’offerta francese nulla si sa di Piani industriali o di sviluppo. Air One al contrario ha declamato le magnifiche possibilità del proprio piano industriale a tutti i giornali e su tutti i network, ma sorge il dubbio che non l’abbia sottoposto al governo.

La situazione come si dice è fluida, ma alcuni aspetti continuano a lasciarmi perplesso:

  • se, come sembra, l’obiettivo del governo nel vendere Alitalia è quello di preservare l’occupazione (non mi dite che è rendere “grande” e prestigiosa la compagnia perchè non ci crede nessuno) allora ogni condizione va bene e il posto promesso in CdA al Tesoro da Air France rientra tutto nel piano di “controllo” dello Stato. Ora, però, l’acquisto tramite scambio di azioni è un modo per non tirare fuori un soldo per l’acquisto, qualche soldo uscirà per l’aumento di capitale, ma all’orizzonte nessun investimento prima del 2011 (anno del fantomatico pareggio) è previsto. Ricordo che Alitalia vola ancora con onorabilissimi, ma vecchiotti MD-80. In più nulla si sà sugli esuberi. Il rischio è trovarsi una compagnietta con aerei vecchi e un ridimensionamento del personale a cose avvenute con l’aggravante che i sindacati potranno ancora scioperare con Governo (azionista Alitalia) senza però che questo abbia alcun sostanziale potere sulla nuova gestione. Il tutto senza aver preso una lira nella “privatizzazione”. Mah.
  • La moratoria sul Malpensa è una boiata pazzesco. Non si può chiedere ad un’azienda fallita di sostenere una aeroporto per un paio d’anni in modo che chi lo gestisce trovi qualcuno che poi le faccia concorrenza crudele e durissima. Sarebbe da idioti accettare, è da pazzi crederlo. L’unica ragione può essere sul lato occupazione. Ogni possibile sviluppo dell’aeroporto non potrà avvenire che in un paio di stagioni, diciamo per l’estate 2009. Quindi in gioco ci sono posti di lavoro e non si capisce perchè quelli a Milano abbiano meno valore di quelli che si cerca di tutelare a Roma. (da legger sul futuro dello scalo anche il condivisibile focus dell’IBL)
  • Air One continua a giocare, ma senza sporcarsi la maglia. Per vincere in tutte le gare bisogna rischiare, non si può sempre cercare la vittoria a tavolino. L’unico lato positivo di una soluzione Air One (tanti i negativi ma ci arrivano anche i bambini) è che ha ordini per diversi aerei e almeno il rinnovo della flotta potrebbe considerarsi garantito (e non è poco visti gli attuali tempi di consegna per aerei nuovi).

Chissà cosa accadrà, ma spero che in futuro non ci si penta di non aver portato i libri in tribunale come vece Swissair… morta e risorta dalle sue ceneri come Swiss ed ora onoratissima e profittevole signora compagnia aerea.

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Alitalia, per ragioni economiche, decide di lasciare Malpensa. Ne ha tutto il diritto e il governatore Formigoni, pur con tutto il diritto di lamentarsi, non ha senso che cerchi di impedirlo. SEA, che gestisce l’aeroporto, ha tutto il diritto, per ragioni economiche e in caso vi fossero dei contratti non rispettati, di chiedere un risarcimento e il (ex)Presidente del Consiglio,  pur con tutto il diritto di lamentarsi, non ha senso che cerchi di impedirlo.

L’abbraccio troppo stretto politica ed economia fa male all’una e all’altra, ma in Italia si fa finta di non capirlo.

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Le ripercussioni del “riposizionamento” di Alitalia su Fiumicino sicuramente peseranno sui bilanci di SEA, la società che gestisce Malpensa e, nel breve periodo, l’offerta di voli a lungo raggio sullo scala vedrà una drastica riduzione.

L’interesse di SEA e delle istituzioni lombarde è sicuramente quello di mantenere il maggior numero di collegamentei diretti possibili, in questo modo si spiega il pressing sul Governo contro AirFrance e l’appoggio a Toto (Air One) ed al suo piano industriale che, furbescamente, prevedeva il mantenimento del ruolo di Hub.

Le proteste provenienti da Milano hanno scatenato le ire di tutti i possibili detrattori di Malpensa, definito volta per volta come una cattedrale nel deserto o uno spreco di soldi e via dicendo. In breve, ci si è trovati al consueto scontro Milano-Roma che di “vittime” ne ha fatte tante, ma non ha mai portato granchè lontano.

La constatazione più semplice è che Malpensa ed Alitalia non sono adatte l’una all’altra e prima finisce il loro legame meglio è, per Alitalia, per Malpensa e per tutti coloro hanno visto sovvenzionare la compagnia (e la sua presenza a Malpensa) negli anni passati.

Cominciamo a sfatare alcuni miti sull’aeroporto:

  • E’ collegato male” – tale affermazione è solo parzialmente corretta. Il trenino che dall’aerostazione porta a Cadorna è senza dubbio il miglior modo di comunicazione con la città, è veloce e non teme nè traffico, nè nebbia. L’autostrada A8 tramite superstrada garantisce il collegamento autostradale con la città e diversi servizi di autobus garantiscono i servizi con la Stazione Centrale. I tempi per raggiugnerlo sono in linea con quelli tipici dei grandi aeroporti (Londra, Parigi o la stessa Roma). Viene detto che i collegamenti con tutto ciò che non è Milano siano pochi… è vero, ma Fiumicino non sta certo messo meglio. In sintesi: si possono e devono migliorare, ma non si può dire che non esistano;
  • E’ lontano” – la distanza è simile a quella di tutti i principali scali europei… certo se raffrontato con Linate è quasi in Svizzera, ma Linate non è la norma, è l’eccezione;
  • “E’ brutto” – de gustibus… Heatrow è peggio esteticamente, ma è incredibilente funzionale;
  • “Ha solo due piste” – anche Heatrow (un pò più distanti), ma non essendo a saturazione direi che non è un gran problema.

Altre se ne potrebbero elencare. In tutte le critiche c’è qualcosa di vero, ma nessuna giustifica i guidizi stile fallimento che si sentono in giro.

Altra critica è quella che la causa della situazione fallimentare di Alitalia sia Malpensa. A proposito cito i dati pubblicati nei giorni scorsi dalla Prealpina (Fonte SEA) relativi ai Load Factor delle rotte intercontinentali che verrano spostate a Fiumicino perchè “non porfittevoli”.

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embra che la vendita Alitalia sia, finalemente, in dirittura d’arrivo. Alla fine, se non vi saranno stravolgimenti, la nostra ex compagnia di bandiera andrà ad Air France, soluzione che personalmente condivido.

La soluzione di un problema (Alitalia), anche se a prezzo di un deciso ridimensionamento a livello quasi regionale, però genera a sua volta un problema e non di facile soluzione: Malpensa. L’ormai ex hub della compagnia vedrà una riduzione significativa delle attività Alitalia che nel 1998 aveva deciso fare base sullo scalo.

Benchè le questioni siano legate, trovo che l’approccio corretto ai due problemi sia quello in cui ognuno dei player in campo opera e agisce a difesa dei propri, contrastanti, interessi.

E’ bene chiarire da subito, quindi, che la scelta di tenere come unico Hub di Alitalia l’aeroporto di Fiumicino è la migliore possibile in quanto:

  • oggettivamente Alitalia non ha la flotta per sviluppare due hub;
  • oggettivamente Alitalia non ha le risorse finanziarie per espandere la propria flotta;
  • la maggior parte degli equipaggi Alitalia ha come base Roma (se vi è capitato di prendere qualche volta un volo da Malpensa a Fiumicino vi sareste resi conto di cosa comporti ciò);
  • Alitalia non ha mai considerato Malpensa propria base di armamento;
  • la manutenzione di Alitalia rimane ancorata a Fiumicino.

Quindi, il modo migliore per sopravvivere è sicuramente posizionarsi dove si è di casa, quindi, a Fiumicino. Altre buone ragioni a favore di Air France e di una soluzione rapida le potete leggere qui. Spiace che, invece di dire le cose come stanno, da molte parti si identifichi come causa del collasso Alitalia proprio lo scalo del Nord, dicendo sì una cosa corretta, ma solamente a metà. Non è l’aeroporto in sè il problema, ma il modo in cui fino ad oggi è stato gestito dalla compagnia.

Solo una parte delle attività Alitalia subirà inevitabilmente perdite dal ritorno a Fiumicino: il settore Cargo. Ad oggi è basato su Malpensa e, se confermato il piano Prato, tutte le attività all cargo lì rimarrano. Il problema è parte del trasporto merci viene effettuato su aerei passeggeri (in particolare su wide-body su rotte intercontinentale). Il passaggio delle attvità di lungo raggio a Fiumicino genererà maggiori problemi di gestione del settore e potrebbe comportare la perdita di quote di mercato. Ma essendo il settore Cargo tutto sommato marginale, tutto ciò non dovrebbe essere un grosso problema.

Nel prossimo post verrano analizzati più in dettaglio i problemi di Malpensa, legati al disimpengo Alitalia, le possibili soluzioni per la sopravvivenza dello scalo e i complessi intrecci con la vendita della compagnia di bandiera.

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