In tutto questo marasma di parole che affolla l’agone politico mi pare che ogni tanto si perdano di vista i significati delle cose e si cerchi di piegare – o di deformare – la realtà per riporla comodamente nel cassetto disordinato delle nostre consuetudini mentali.
Esempio può essere l’indecoroso dibattito sulla precariato nel mondo del lavoro. Assioma fondamentale della discussione poltica è: tutto ciò che non cade sotto il nome di contratto a tempo indeterminato è precario.
Vista così non fa una grinza a livello formale. Io, però, la vedo in modo diverso.