Ritorno finalmente a scrivere. Negli ultimi tempi la vita si è fatta intensa, quasi frenetica. Non ho avuto il tempo di leggere blog o giornali che fossero, a mala pena sono stato dietro alle mail, ma quando il ritmo diventa incalzante andare “fuori tempo” è il peggio che possa accadere.
Nelle ultime due settimana ho preso più aerei che in tutto l’anno, ho cambiato continente, ho viaggiato per interminabili ore in treno. Ho visto posti nuovi ed ho cambiato le prospettive del mio futuro lavorativo con una media di tre volte al giorno. Oggi sono in ufficio, nella amata-odiata ruotine, ma non so per quanto.
Ma andiamo con ordine. Il mese scorso sembrava fossi destinato a trascorrere un anno e mezzo nella perfida albione. Il tutto per un imporatante progetto nell’offshore libico. Sono partito per Tripoli domenica 9. Ho dormito una media di 4 ore per notte per star dietro a trasferimenti con i mezzi più strani (aereo, elicottero, macchina e nave). Ho dovuto subire il faccione sorridente del Colonnello Gheddafi far capolino da tutti i palazzi di Tripoli (perfino in piattaforma), ho visto un’antica città ridotta a discarica a cielo apero, manco fosse Napoli.
Ho osservato con tristezza una chiesa trasformata in palestra di arti marziali, ma con piacere ho notato donne guidare e ragazze camminare, leggere con l’ombelico al vento e il capo scoperto.
Sono tornato fi giovedì, ma solo il tempo di svuotare la valigia e ripartire per Londra la mattina seguente. E poi sabato mattina via… di nuovo… verso Lourdes con gli amici dell’Oftal per il consueta pellegrinaggio, che mai è abitudine, ma sempre avvenimento.
Un’altra settimana, un altro mondo in cui tutto sembra finalmente essere al proprio posto, in definitiva armonia con il proprio significato. Una settimana fuori dal mondo, ma che aiuta a dare senso alla vita, quella di tutti i giorni con le sue luci e le sue ombre, i suoi alti e i suoi bassi che illuminati dallo sguardo di Maria sembrano le armoniose note di un pentagramma.
Come ogni anno stanco, ma felice, non posso che ringraziare per tutti i doni di questa settimana, doni di grazia, di sorrisi, di amicizie sempre più importanti, determinanti ed essenziali.
Grazie ad Ale ed Ema, a Giò e a Mapo (paccari) e a tutti gli altri compagni di cammino nel viaggio della vita.
Domani forse non sarò più a Milano o forse sì, ma le cose importanti della vita sono principalmente altre.
Intanto ci sono.